"molte persone hanno perso la capacità di stupirsi ancora davanti alle cose del mondo, il gusto dell'esplorare, della scoperta, proprio del fanciullino; ognuno deve riscoprire il fanciullino che è in sè qualche volta"

bambini divertenti

venerdì 20 novembre 2009

come dovrebbe essere...


in tutti i libri che ho avuto modo di studiare per l'esame di pedagogia della famiglia ho potuto constatare e rendermi conto che il lavoro al nido non è cosa da tutti, quando io pensavo che appena finito il liceo avrei potuto benissimo lavorarci senza alcuna difficoltà.
ma sostenendo il corso della professoressa Zanon mi sono resa conto che sarei andata solo per creare problemi, ho appreso degli accorgimenti molto basilari che io a essere sincera non avrei pensato servissero.
ho potuto anche rendermi conto che l'educatore non è un lavoro qualsiasi come tutti gli altri e più semplice di qualunque altro lavoro come molti mi avevano detto...
è una professione molto difficile, e dispendiosa perchè in questo lavoro non investi solo le tue energie fisiche ma anche psicologiche, ma soprattutto emotive perchè in questo lavoro ci sei dentro completamente; non solo come professionista dell'educazione ma anche come come persona...
l'educazione è un lavoro molto delicato, da questa dipende la vita dell'individuo quindi dev'essere trattato con la massima cura e delicatezza,per questo occorrono professionisti non solo preparati dal punto di vista tecnico ma anche dal lato interno, emozionale; l'educatore di nido deve possedere non solo basi tecniche ma anche dispositivi interni, che possono essere attivati solamente con un grosso lavoro verso se stesso; la sospensione del giudizio, la comprensione del genitore in qualsiasi situazione ci si pinga davanti, fare silenzio e ascoltare, considerare il genitore non come un estraneo che non può servirci in alcun modo per il nostro lavoro con i bambini, ma come una componente neccessaria; il genitore è il maggior esperto del proprio figlio, dopo il pediatra, lo psicologo e la dottoressa e con loro che dobbiamo collaborare prima di tutto per la crescita del bambino, dobbiamo renderceli amici non nemici inchiodandoli nelle loro responsabilità e dicendogli come un libro prestampato per il bravo genitore quello che deve fare, noi dobbiamo raggiungere il genitore non cambiarlo e instaurare una relazione di fiducia che non è immediata e non è nemmeno detto che funzioni perchè siamo persone le cose non possono sempre andare come c'è scritto sui libri. Io tutto questo non lo sapevo e ho anche notato che difronte a delle situazioni genitoriali che la prof ci presentava io facevo una fatica enorme a non avere pregiudizi e a mettermi in un ottica di benevolenza e positiva, per questo io ritengo che bisogna lavorare molto su se stessi perchè i pregiudizi non ci chiudano in un'illusione soli con la nostra visione che non ci fa vedere ciò che c'è di buono in quel genitore e in quel bambino, in modo che poi noi ci mettiamo in una posizione istruttiva e non lasciamo spazio al racconto del genitore che è la cosa da cui noi dobbiamo partire per aiutare il bambino.. così dovrebbe essere il lavoro di un educatore che naturalmente non è immediato ma il frutto di un lavoro una riflessione lunga su se stessi ma io ho sempre visto purtroppo educatori fare i professori davanti ai genitori senza tener conto della situazione del genitore... per questo mi sono molto instranita quando sentivo queste parole.

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