"molte persone hanno perso la capacità di stupirsi ancora davanti alle cose del mondo, il gusto dell'esplorare, della scoperta, proprio del fanciullino; ognuno deve riscoprire il fanciullino che è in sè qualche volta"

bambini divertenti

martedì 1 dicembre 2009

che cosa devo fare con mio figlio?...


molte volte all'asilo e non solo possono capitarci genitori che ci portano questa domanda, cosa rispondere? niente.
dico questo perchè? perchè rispondendo, come fanno di solito molti insegnanti, con un consiglio preconfezionato,o una ricettina estrapolata da un manuale del perfetto genitore non faremo altro che creare dipendenza nei genitori che abbiamo davanti, invece noi educatori lavoriamo per la nostra estinzione, perchè la persona possa farsi da se, possa camminare con le proprie gambe... tutto ciò può essere fatto non rispondendo con una frasetta ad effetto, ma mettendomi nella stessa posizione del genitore che deve capire, e cercare di trovare la soluzione assieme...
dobbiamo soprattutto far capire al genitore le competenze che possiede e aiutarlo ad usarle in modo consapevole...
inoltre la richiesta che il genitore ci pone non deve essere bollata da noi esperti dell'educazione come delega, per cui il genitore viene da me perchè non è capace di fare il proprio dovere allora meglio che lo rimetta in riga, ma dev'essere presa come un gesto di comprensione del genitore, che capisce che fare il genitore, ed educare non è un lavoro per una sola persona ma occorre una collaborazione, è una richiesta di aiuto consapevole, non è un adagiamento del genitore...

venerdì 20 novembre 2009

come dovrebbe essere...


in tutti i libri che ho avuto modo di studiare per l'esame di pedagogia della famiglia ho potuto constatare e rendermi conto che il lavoro al nido non è cosa da tutti, quando io pensavo che appena finito il liceo avrei potuto benissimo lavorarci senza alcuna difficoltà.
ma sostenendo il corso della professoressa Zanon mi sono resa conto che sarei andata solo per creare problemi, ho appreso degli accorgimenti molto basilari che io a essere sincera non avrei pensato servissero.
ho potuto anche rendermi conto che l'educatore non è un lavoro qualsiasi come tutti gli altri e più semplice di qualunque altro lavoro come molti mi avevano detto...
è una professione molto difficile, e dispendiosa perchè in questo lavoro non investi solo le tue energie fisiche ma anche psicologiche, ma soprattutto emotive perchè in questo lavoro ci sei dentro completamente; non solo come professionista dell'educazione ma anche come come persona...
l'educazione è un lavoro molto delicato, da questa dipende la vita dell'individuo quindi dev'essere trattato con la massima cura e delicatezza,per questo occorrono professionisti non solo preparati dal punto di vista tecnico ma anche dal lato interno, emozionale; l'educatore di nido deve possedere non solo basi tecniche ma anche dispositivi interni, che possono essere attivati solamente con un grosso lavoro verso se stesso; la sospensione del giudizio, la comprensione del genitore in qualsiasi situazione ci si pinga davanti, fare silenzio e ascoltare, considerare il genitore non come un estraneo che non può servirci in alcun modo per il nostro lavoro con i bambini, ma come una componente neccessaria; il genitore è il maggior esperto del proprio figlio, dopo il pediatra, lo psicologo e la dottoressa e con loro che dobbiamo collaborare prima di tutto per la crescita del bambino, dobbiamo renderceli amici non nemici inchiodandoli nelle loro responsabilità e dicendogli come un libro prestampato per il bravo genitore quello che deve fare, noi dobbiamo raggiungere il genitore non cambiarlo e instaurare una relazione di fiducia che non è immediata e non è nemmeno detto che funzioni perchè siamo persone le cose non possono sempre andare come c'è scritto sui libri. Io tutto questo non lo sapevo e ho anche notato che difronte a delle situazioni genitoriali che la prof ci presentava io facevo una fatica enorme a non avere pregiudizi e a mettermi in un ottica di benevolenza e positiva, per questo io ritengo che bisogna lavorare molto su se stessi perchè i pregiudizi non ci chiudano in un'illusione soli con la nostra visione che non ci fa vedere ciò che c'è di buono in quel genitore e in quel bambino, in modo che poi noi ci mettiamo in una posizione istruttiva e non lasciamo spazio al racconto del genitore che è la cosa da cui noi dobbiamo partire per aiutare il bambino.. così dovrebbe essere il lavoro di un educatore che naturalmente non è immediato ma il frutto di un lavoro una riflessione lunga su se stessi ma io ho sempre visto purtroppo educatori fare i professori davanti ai genitori senza tener conto della situazione del genitore... per questo mi sono molto instranita quando sentivo queste parole.

martedì 3 novembre 2009

la pedagogia della famiglia... il lavoro al nido



ciao a tutti come avrete visto è da un bel pò di tempo che non scrivo nel mio blog...
beh ora sono tornata perchè voglio dedicare la seconda sezione del mio blog alla professione che molto probabilmente farò dopo la laurea, l'educatrice di nido..
ci interesserremo principalmente di temi che sto affrontando quest'anno(2) molto vicini a questo lavoro; non si tratterà solo di teorie ma anche di consigli pratici per lavorare al nido e a contatto con le famiglie dei bambini che ci troveremo davanti tutti i giorni: parleremo dell'importantissima relazione di paternariato,del colloquio con i genitori, i problemi, le difficoltà di ogni giorno...
e tutto quello che riguarda il lavoro di educatore di nido..
daremo molto spazio soprattutto al rapporto con i genitori, e a quali dispositivi dobbiamo avere perchè questo sia saldo e equilibrato, cosa molto importante per la crescita del bambino, perchè come vedremo quando ci occupiamo di un bambino ci occuppiamo anche dei suoi genitori, il lavoro con i genitori è una componente molto importante affinchè i nostri interventi educativi vadano a buon fine...
perciò tratteremo di educazione famigliare, di pedagogia della famiglia, che ci aiuterà a capire come instaurare una buona relazione di paternariato e come rendere i genitori più consapevoli e aiutarli nel loro compito educativo verso il figlio.

mercoledì 13 maggio 2009

la socializzazione

Nella vita e nel piccolo mondo del bambino merita una certa attenzione il processo che struttura tutto il corso della vita infantile: la socializzazione.
quest'ultima si suddivide in due punti: la socializzazione primaria, la quale comprende tutta quella serie di orientamenti e comportamenti appresi nell'ambiente famigliare-domestico.
quella fase in cui il bambino crede che tutto sia possibile.
Egli sviluppa una concezione del tutto positiva della realtà, questo perchè egli pensa che l'unica rappresentazione del mondo sia quella inculcatagli dall'unica autorità vera per il bambino in questa fase: i genitori..
è nella fase successiva che il bambino apprende la vera faccia del mondo che gli sta intorno; nella cosìdetta socializzazione secondaria.egli comincia ad apprendere che la rappresentazione genitoriale non è l'unica, apprende che la vita non è proprio una passeggiata, che nessuno ti regala nulla, capisce che la vita non è fatta solo di piaceri e belle cose ma anche di sopprusi, e ingiustizie.
così il bambino passata la crisi in cui ciò che si è appreso in famiglia si scontra con quello che si acquisisce al di fuori, comincia a vivere in società e a farsi la propria costruzione personale della realtà guardandosi intorno...
quindi abbiamo ben capito che la socializzazione non è solo quella capacità di relazionarsi con l'altro come la intende il senso comune bensì dal punto di vista sociologico tutti quei processi che concorrono all'inserimento nella società dell'individuo soprattutto in chiave educativa.
Quello che io mi domando è è vero tutto questo? nel senso lìindividuo apprende davvero tutte le nozioni che gli possono servire per affrontare la società e i suoi problemi? il ragazzo quando esce dall'ambiente formativo per inserirsi in quello lavorativo è pronto per affrontare autonomamente le sfide della società o apprenderà queste capacità tramite l'esperienza?

lunedì 11 maggio 2009

eccessivo protezionismo


io sia vivendo nella realtà di casa mia che quella al di fuori mi rendo conto che al giorno d'oggi i genitori sono sempre più possessivi e iperprottetivi nei confronti dei loro figli, ma soprattutto questa fase dura quasi fino alla maturità se non di più....

colpa delle mamme troppo coccolone e gelose dei loro figli? della tv che non racconta altro che disgrazie? o forse è proprio l'essere umano fatto così? e quindi fa parte della nostra natura voler essere protetti e proteggere qualcuno?

così facendo comunque si rischia di far crescere il bambino in un mondo fatto puramente di favolette..... si va in contro al fatto che il bambino cresca in un mondo fatto in tutto e per tutto di cose belle, di giochi, di zucchero...

sicchè quando cresce si trova spiacciccata in faccia la vera e cruda realtà e lui si trova impreparato, si trova in una situazione confusionale, alla quale egli non è mai stato preparato: non sa cosa sia il sacrificio, non è stato abituato a guadagnarsele le cose ma a riceverle e basta...

non sa quando bisogna stare zitti e sopportare per un bene proprio( es a lavoro), non sa che nessuno ti regala niente, non ha mai conosciuto il male ...

insomma non ha vissuto la vita per quello che è: fatta di sacrificio, anche di soprusi, di ingiustizie

con l'affermazione di prima non intendo spiaccicare spudoratamente immagini di crudeltà in faccia al bambino ma semplicemente dirgli che questa realtà esiste, non nascondergli la vera realtà delle cose, quindi non chiuderlo in una campana di vetro perchè si pensa sia al sicuro come fanno molti genitori

lunedì 4 maggio 2009

il bambino autistico... chiuso in un istituto

molti bambini soffrono di questo disturbo molto grave...
ne esistono diversi tipi; quella più conosciuta nella quale il bambino è chiuso in se stesso, in un mondo tutto suo, ed è molto introverso.
poi vi è anche l'opposto cioè il bambino è iperattivo, è difficile da controllare,
non so quale delle due possa essere la peggiore, ma secondo voi è giusto rinchiuderli in un istituto, lontano dai loro affetti. per quanto gli istituti di oggi possano essere modernizzati con educatori che si occupano di loro in tutto per tutto sentiranno pur sempre come ogni bambino la mancanza dei genitori, anche se questi lo vanno a trovare ogni tanto...

lo so che avere un bambino con questo grave disturbo è una condanna però io dico chi lìha dato al mondo sempre sua madre è... e bisogna aver coraggio per rinchiudere il proprio figlio in un istituto... voi che ne pensate?

il bambino e l'educatrice

come sappiamo la figura femminile più importante per il bambino prima di tutto è la mamma. colei la quale lo nutre lo cura e lo coccola.
ma in seguito a questa prima fase il bambino poi, verso l'età dell'asilo, deve imparare a distaccarsi dalla madre per conoscere poi il mondo esterno e capire come funziona. ma chi aiuta il bambino in questa difficile impresa? il bambino in questa percorso viene seguito non più dall'autorità materna bensì dall'educatrice, quindi il bambino deve imparare che ora deve sottostare ad una persona che non conosce ma che è dispensabile per la sua crescita. e a mio parere è questa la cosa difficile da far capire al bambino per l'educatore...

l'educatore per poter instaurare un rapporto con il bambino deve prima di tutto mettere in chiaro che la figura dell'educatore non è una sorta di mamma o papà, che quindi "gli prepara sempre la pappa pronta"... bensì un' autorità da rispettare e ascoltare per il bene della sua crescita, una persona che è di aiuto .... quindi secondo me la cosa difficile è far capire al bambino il motivo per cui ci deve ascoltare, perchè devo ascoltarla? lei non è mia madre? perciò si tratta di attuare una sorta di superamento di quella fase in cui il bambino crede di dover ascoltare sempre e solo la mamma o il papà..

mercoledì 29 aprile 2009

obesità nei bambini, un problema sempre più grande!!


Di solito pensiamo che problemi di questo tipo siano lontani da noi, (pensiamo che sia solo negli U.S.A, in Messico) in realtà questo disturbo, anche se in minor misura, rientra anche nel nostro paese.

ma a prescindere dal paese più interessato da questo fenomeno, al giorno d'oggi molti genitori piazzano il bambino diverse ore davanti alla tv invece di uscire a fare un giro in bici insieme o a giocare fuori , o magari non stanno attenti a che cosa mangia il bambino o preferiscono dire "ma si a lui non può che fare bene, deve ancora crescere" o ancora preferiscono dargliela vinta per farlo star zitto ....
è vero molti bambini fanno attività fisica ma cosa serve se poi quando arriva a casa trova le più svariate schifezze? per me anche se un bambino dev'essere educato fin da piccolo ad avere un alimentazione sana e corretta affinchèin futuro non possa avere disturbi...
inoltre occorre eliminare tutta quella cioccolata che c'è sempre nelle case degli italiani e tutta quella coca cola, almeno averne in piccola parte...
con questo non voglio condannare il bambino a una vita di verdura e frutta ma che i genitori dovrebbero insegnare al figlio la giusta misura, cosa che non avviene in tutte le famiglie..

martedì 21 aprile 2009

bambini italiani e bambini stranieri


non si può fare a meno di notare che i bambini nigeriani, arabi ecc sono molto più svegli e più scaltri di quelli italiani... di solito i bambini italiani sono abituati a trascorrere la maggior parte del loro tempo nell'ambiente domestico, o perchè i genitori li vogliono tenere al sicuro dallo schifo che c'è in giro o perchè abitano in periferia non in centro, dove c'è la piazza per trovarsi e uscire per capirci(anche se raramente accade)

i bambini stranieri invece sono cresciuti fuori dalla loro casa, con questo non intendo senza le cure genitoriali, ma semplicemente che non sono attaccati così tanto alla mamma, anzi se ne vanno fuori con gli amici come se avessero al posto di sei anni, undici anni, per me questo è un fattore positivo perchè così il bambino impara a badare a se stesso e a gestirsi nei rapporti sociali

impara come funziona il mondo com'è fatto, capisce che il mondo non è fatto solo di giochi e dolci..

con questo non voglio dire che sia giusto lasciare tutto il giorno per strada il proprio figlio ma semplicemente che i genitori secondo il mio punto di vista dovrebbero permettere a bambino di fare le sue esperienze tralasciando per una volta almeno l'eccessiva apprensività. è giusto che il bambino sia protteto ma non eccessivamente..

gite in giro per l'Italia e per il mondo


alle elementari di solito i docenti decidono di organizzare delle gite, ma non in posti lontani, cioè città lontane come Firenze, Milano ecc...

secondo il mio punto di vista questa è una pecca gigantesca nella scuola...

perchè un bambino di sei anni non può scoprire le bellezze artistiche e storiche delle città più belle d'Italia? si è vero perchè magari i bambini a quell'età sono troppo piccoli si dice, e andrebbero in pericolo secondo i genitori nella nostra cultura (molti dicono che i bambini italiani siano i più "mammoni" tra gli Europei)

per me sarebbe un ottima esperienza perchè così il bambino impara prima di tutto ad avere un minimo di autonomia senza la mammina che gli fa sempre tutto e in più è anche istruttivo per quanto riguarda l'arricchimento del suo bagaglio culturale...

lunedì 6 aprile 2009

Il buio... la paura di tutti i bambini






Chiunque ha conosciuto un bambino che ha una paura matta del buio, dell'oscurità...

pensate che io ne soffro ancora...

alcuni bambini credono che dietro quel buio si celi qualcosa di cattivo e mostruoso, altri che possa portarli via ecc ecc..

una volta la luce di notte non poteva esserci, le lampadine non c'erano... i nostri genitori (almeno i miei) dicono di non aver mai sofferto di questa paura...

secondo il vostro parere a cos'è dovuto questo strano fenomeno? è dovuto al fatto che forse con tutta la tecnologia di oggi che ci permette di avere luce a ogni ora del giorno e della notte abbiamo perso la facoltà di stare al buio anche quando evidentemente bisogna? oppure è solamente il frutto delle fantasie di un bambino che ha sentito o visto una storia dell'orrore?

martedì 31 marzo 2009

stimoliamo la fantasia...


al giorno d'oggi tutto è standarizzato, tutto è regolato... niente è più spontaneo, niente è più inventato dal mente umana... per ogni cosa, per ogni comportamento per ogni azione c'è sempre una regola.
le regole nella società sono molto importanti quando si parla di ordine sociale, devianza, immigrazione, di ambiente di lavoro ecc questo è giustissimo ma quello di cui vi parlo non è questo: è vedere che nella società virtuale moderna persino il tempo libero è standarizzato e regolato da dei modelli diffusi di passatempo ogni tanto non farebbe male trasgredire, fare un pò con la propria testa, liberarsi un pò dalle regole ferree, fare qualcosa di inaspettato, di nuovo...
oggi ciò sembra impossibile, perchè la gente ha perso la facoltà di immaginare.
la fantasia dov'è? per questo ritengo che sia assolutamente giusto nelle scuole stimolare un pò la creatività dell'individuo, attraverso giochi, disegni in modo che in una futura generazione non si formino di nuovo individui freddi, assoggettati continuamente dalle regole standarizzate della società virtuale nella vita sociale...