"molte persone hanno perso la capacità di stupirsi ancora davanti alle cose del mondo, il gusto dell'esplorare, della scoperta, proprio del fanciullino; ognuno deve riscoprire il fanciullino che è in sè qualche volta"

bambini divertenti

mercoledì 13 maggio 2009

la socializzazione

Nella vita e nel piccolo mondo del bambino merita una certa attenzione il processo che struttura tutto il corso della vita infantile: la socializzazione.
quest'ultima si suddivide in due punti: la socializzazione primaria, la quale comprende tutta quella serie di orientamenti e comportamenti appresi nell'ambiente famigliare-domestico.
quella fase in cui il bambino crede che tutto sia possibile.
Egli sviluppa una concezione del tutto positiva della realtà, questo perchè egli pensa che l'unica rappresentazione del mondo sia quella inculcatagli dall'unica autorità vera per il bambino in questa fase: i genitori..
è nella fase successiva che il bambino apprende la vera faccia del mondo che gli sta intorno; nella cosìdetta socializzazione secondaria.egli comincia ad apprendere che la rappresentazione genitoriale non è l'unica, apprende che la vita non è proprio una passeggiata, che nessuno ti regala nulla, capisce che la vita non è fatta solo di piaceri e belle cose ma anche di sopprusi, e ingiustizie.
così il bambino passata la crisi in cui ciò che si è appreso in famiglia si scontra con quello che si acquisisce al di fuori, comincia a vivere in società e a farsi la propria costruzione personale della realtà guardandosi intorno...
quindi abbiamo ben capito che la socializzazione non è solo quella capacità di relazionarsi con l'altro come la intende il senso comune bensì dal punto di vista sociologico tutti quei processi che concorrono all'inserimento nella società dell'individuo soprattutto in chiave educativa.
Quello che io mi domando è è vero tutto questo? nel senso lìindividuo apprende davvero tutte le nozioni che gli possono servire per affrontare la società e i suoi problemi? il ragazzo quando esce dall'ambiente formativo per inserirsi in quello lavorativo è pronto per affrontare autonomamente le sfide della società o apprenderà queste capacità tramite l'esperienza?

lunedì 11 maggio 2009

eccessivo protezionismo


io sia vivendo nella realtà di casa mia che quella al di fuori mi rendo conto che al giorno d'oggi i genitori sono sempre più possessivi e iperprottetivi nei confronti dei loro figli, ma soprattutto questa fase dura quasi fino alla maturità se non di più....

colpa delle mamme troppo coccolone e gelose dei loro figli? della tv che non racconta altro che disgrazie? o forse è proprio l'essere umano fatto così? e quindi fa parte della nostra natura voler essere protetti e proteggere qualcuno?

così facendo comunque si rischia di far crescere il bambino in un mondo fatto puramente di favolette..... si va in contro al fatto che il bambino cresca in un mondo fatto in tutto e per tutto di cose belle, di giochi, di zucchero...

sicchè quando cresce si trova spiacciccata in faccia la vera e cruda realtà e lui si trova impreparato, si trova in una situazione confusionale, alla quale egli non è mai stato preparato: non sa cosa sia il sacrificio, non è stato abituato a guadagnarsele le cose ma a riceverle e basta...

non sa quando bisogna stare zitti e sopportare per un bene proprio( es a lavoro), non sa che nessuno ti regala niente, non ha mai conosciuto il male ...

insomma non ha vissuto la vita per quello che è: fatta di sacrificio, anche di soprusi, di ingiustizie

con l'affermazione di prima non intendo spiaccicare spudoratamente immagini di crudeltà in faccia al bambino ma semplicemente dirgli che questa realtà esiste, non nascondergli la vera realtà delle cose, quindi non chiuderlo in una campana di vetro perchè si pensa sia al sicuro come fanno molti genitori

lunedì 4 maggio 2009

il bambino autistico... chiuso in un istituto

molti bambini soffrono di questo disturbo molto grave...
ne esistono diversi tipi; quella più conosciuta nella quale il bambino è chiuso in se stesso, in un mondo tutto suo, ed è molto introverso.
poi vi è anche l'opposto cioè il bambino è iperattivo, è difficile da controllare,
non so quale delle due possa essere la peggiore, ma secondo voi è giusto rinchiuderli in un istituto, lontano dai loro affetti. per quanto gli istituti di oggi possano essere modernizzati con educatori che si occupano di loro in tutto per tutto sentiranno pur sempre come ogni bambino la mancanza dei genitori, anche se questi lo vanno a trovare ogni tanto...

lo so che avere un bambino con questo grave disturbo è una condanna però io dico chi lìha dato al mondo sempre sua madre è... e bisogna aver coraggio per rinchiudere il proprio figlio in un istituto... voi che ne pensate?

il bambino e l'educatrice

come sappiamo la figura femminile più importante per il bambino prima di tutto è la mamma. colei la quale lo nutre lo cura e lo coccola.
ma in seguito a questa prima fase il bambino poi, verso l'età dell'asilo, deve imparare a distaccarsi dalla madre per conoscere poi il mondo esterno e capire come funziona. ma chi aiuta il bambino in questa difficile impresa? il bambino in questa percorso viene seguito non più dall'autorità materna bensì dall'educatrice, quindi il bambino deve imparare che ora deve sottostare ad una persona che non conosce ma che è dispensabile per la sua crescita. e a mio parere è questa la cosa difficile da far capire al bambino per l'educatore...

l'educatore per poter instaurare un rapporto con il bambino deve prima di tutto mettere in chiaro che la figura dell'educatore non è una sorta di mamma o papà, che quindi "gli prepara sempre la pappa pronta"... bensì un' autorità da rispettare e ascoltare per il bene della sua crescita, una persona che è di aiuto .... quindi secondo me la cosa difficile è far capire al bambino il motivo per cui ci deve ascoltare, perchè devo ascoltarla? lei non è mia madre? perciò si tratta di attuare una sorta di superamento di quella fase in cui il bambino crede di dover ascoltare sempre e solo la mamma o il papà..