"molte persone hanno perso la capacità di stupirsi ancora davanti alle cose del mondo, il gusto dell'esplorare, della scoperta, proprio del fanciullino; ognuno deve riscoprire il fanciullino che è in sè qualche volta"

bambini divertenti

sabato 6 marzo 2010

ogni bambino porta con se un mondo


Quando entriamo in un asilo ci troviamo davanti tanti bambini che apparentemente ci possono sembrare tutti sullo stesso piano, tutti uguali.
Poi ci accorgiamo con il passare del tempo che ogni bambino ci porta un sorriso diverso, una parola diversa, un modo di fare,un modo di mangiare, di dormire ecc ecc e ci rendiamo conto che non possiamo comportarci nello stesso modo con tutti, non possiamo parlare allo stesso modo con tutti;
non esiste la ricetta perfetta per avere a che fare con un bambino, proprio perchè ognuno di essi nel momento in cui entra al nido porta una sua storia, un suo modo di porsi, e di pensare.
per questo motivo al nido non si può pensare in termini rigidi, e standarizzati bensì flessibili; sapersi adattare a ogni bambino che ci troviamo davanti, attenzione però!! ciò non significa sottomettersi al bambino, e permettere che sia lui a commandare la situazione, ma qui si sta parlando di saper educare secondo le caratteristiche personali del bambino,saper costruire un percorso adatto a lui,con degli ostacoli alla sua portata... non potremmo mai pensare di costruire un percorso valido per tutti, volto a raggiungere un obiettivo educativo; questo perchè ogni bambino possiede un proprio modo di approciarsi al sapere e all'apprendimento, e poi soprattutto perchè queste creature prima di essere bambini sono esseri umani che si diversificano l'un l'altro; il nostro lavoro sta proprio in questo. nel constatare questa importante regola; cioè che non è possibile esercitare un educazione per tutti..

mercoledì 24 febbraio 2010

l'educatore non è un lavoro da tutti....



quante volte ci sentiamo dire che per fare il nostro lavoro non servono tre anni di specializzazione? oppure che per cambiare dei pannolini non serve una laurea? o addirittura che fare l'educatore è uno dei lavori più semplici che esista? io sento queste cose tutti i giorni e penso: o la gente è stupida e non riflette su quello che dice oppure sta tutto nella nostra società, che non riconosce l'importanza del nostro lavoro. Le due cose si collegano molto perchè alla fine è la società che detta i nostri modi di vivere e di pensare.
molti non si rendono conto che dall'educazione ricevuta dipende poi lo svolgersi della vita futura. quindi se queste persone ora sono quello che sono è proprio merito dell'educazione che hanno ricevuto.
Ciò vi sembra una responsabilità da poco?? vi sembra così semplice educare(dar forma) un individuo perchè possa condurre una vita felice e giusta... è così semplice insegnare a vivere e a farsi strada da soli?
e fare questo è forse più semplice che fare l'ingegnere? che una volta imparate tutte le formule matematiche che ci sono da sapere non deve fare altro che applicarle al lavoro... l'educatore ha le formulette scritte già fatte e pronte per lavorare con un bambino?...
in parole povere l'educatore non è mestiere da tutti, non solo per le competenze scritte nei post precedenti, ma anche perchè chi fa l'educatore è pronto a prendersi la responsabilità della vita di un bambino, è pronto al rischio e alle sfide che l'educazione da ogni giorno, chi è pronto all'imprevisto che l'individuo ci porta ogni giorno...
vorrei soprattutto vedere chi è pronto a svolgere un lavoro in cui ogni tuo gesto, ogni tua parola, e ogni tuo pensiero ha valore per la persona che si sffida completamente a te perchè tu gli insegni a vivere....
tutto questo lo fa anche un genitore starete dicendo... ma chiedete a loro se ciò è facile.. quindi morale della favola; educare non significa solo un paio di date da ricordare in una lezione di storia, o cambiare solo un pannolino (che poi anche questo ha una sua valenza educativa)vuoldire ben altro, insegnare a vivere, a relazionarsi con gli altri, a camminare da soli, a evitare le cattive strade della vita..
a quanto ho capito solo chi se ne occupa, e chi la studia tutto il giorno può capire di cosa parlo... perciò prima di parlare è sempre meglio conoscere di cosa si sta parlando: dell'educazione di un bambino. altrimenti meglio star zitti no?!

lavorare su se stessi prima che con i bambini.....


lavorare al nido è forse una delle professioni in cui vi si chiede non solo un forte investimento fisico ma soprattutto emotivo-psicologico.
infatti molto spesso nei manuali di pedagogia della famiglia, di programmazione e valutazione educativa ecc leggiamo che la professione dell'educatore più che fondarsi su competenze tecnico-professionali(che comunque devono esserci, si caratterizza principalmente per doti empatiche, relazionali, comunicative, emozionali.... quindi l'educatore, prima di saper accudire il bambino in tutti i suoi bisogni biologici, deve sapersi relazionare con le persone, saper controllare le proprie emozioni in modo che i bambini non le percepiscano soprattutto se sono negative, e soprattutto, cosa molto importante, saper ascolare; senza pregiudizi o giudizi, perchè in tal modo non riuscirebbe a capire, a vedere le risorse di cui può servirsi per il proprio lavoro di "miglioramento dell'individuo", di "dar forma" all'individuo. come starete pensando; "ma a noi tutte queste frasi fatte a cosa possono servirci? tutti questi accorgimanti preconfezionati a cosa servono detti così?...
come ho detto all'inizio queste cose le troviamo nei manuali del "perfetto educatore",i quali ci dicono come dovrebbe essere l'educatore secondo le recenti teorie pedagogiche, ma è ovvio che l'educatore, prima che un professionista dell'educazione, è una persona, che nel suo percorso professionale fa degli errori dai quali impara,ma soprattutto alle sue spalle ha una storia, fatta di valori nei quali crede, i quali defiscono molto la professione dell'educatore,e sta proprio a quest'ultimo lavorare su se stesso perchè queste sue credenze non contrastino il suo lavoro di educatore. quando parliamo di lavoro su di se facciamo riferimento alla riflessione che l'educatore ha bisogno di fare su se stesso per imparare a controllare le proprie emozioni negative(lasciarle fuori dall'asilo),i propri sentimenti e ad annullare completamente il proprio giudizio prodotto dalle proprie credenze, queste defiscono molto l'educatore ma bisogna anche sapere quando è giusto farle emergere o meno, perchè quando un genitore ci racconta la propria storia, il proprio foglio, poichè è una risorsa molto importante per il nostro lavoro,noi dobbiamo saper sgomberare la nostra mente da tutto e affrontare la situazione in modo professionale.

mercoledì 13 gennaio 2010

un viaggio nel mondo dei cartoni per l'infanzia... Pingù



la nostra infanzia, almeno per quelli della mia generazione, è stata caratterizzata non solo di esplorazione, scoperte, coccole, giochi ma anche di cartoni animati.
tra questi voglio prendere in considerazione "Pingù" che sarà oggetto del progetto che porterò all'esame di Programmazione e valutazione educativa,
perchè fare di Pingu un progetton educativo finalizzato all'autonomia del bambino?
parchè Pingu è educativo?
come sapete Pingu è un simpatico pinguino, che sembra fatto di pongo come nei cartoni per i bambini, che vive al Polo Nord con la sua famiglia.
nelle avventure di Pingu, il pinguino si cimenta nelle cose quotidiane, che succedono in famiglia tutti i giorni.
quindi il bambino ha anche la possibilità di vedere quello che succede nella vita di tutti giorni, divertendosi.
cosa molto importante Pingù non parla nella storia, ma emette solamente dei versi, questa è un'idea geniale a mio avviso perchè quante volte abbiamo sentito il nostro fratellino, il nostro cuginetto piccolo raccontarci "ho visto il cartone di Winny Pooh e c'era EyOur che faceva...." "ho visto i fantastici 4 e c'era quello fatto di pietra che faceva...." al bambino non interessano le parole, ma le azioni i fatti soprattutto quando sono molto piccoli, e non sanno parlare.
un ultima cosa è che i personaggi sembrano fatti di pongo, e simpatici giusto proprio per un bambino piccolo che lo usa spesso...

lunedì 11 gennaio 2010

i genitori.... lo scoglio più grande



molte volte sentiamo dire da molte educatrici di nido che i genitori sono molto difficili da gestire....
non sempre è tutto rosa e fiori come vogliono farci credere i libri su cui studiamo : "se si instaura una relazione di fiducia con i genitori si evitano le conflittualità" oppure "se i genitori vengono considerati competenti si sentono più accolti e ascoltati" , diciamo nozioni preconfezionate pronte all'uso...
ma in educazione non funziona così, come in tutte le cose esiste, ma molto di più in una professione di questo tipo, l'imprevisto, l'inconveniente che molte volte rompe...
per questo l'educatore non deve avere una mentalità rigida, statica fissata solamente su ciò che legge nei libri, perchè altrimenti farà una confusione pazzesca!! dire che l'educatore è promotore del cambiamento è molto diverso da vederlo sul campo...
quindi l'educatore deve "armarsi" non solo ed esclusivamente di libri, ma per la maggior parte di esperienza....
con i genitori è la stessa cosa, avete presente quando si dice "fare la gavetta", prima di arrivare ad instaurare la cosìdetta relazione di fiducia dobbiamo passarne di conflitti, di batoste, di insulti anche a volte...
inutile che in questo post come ho fatto in quelli precedenti stia a dirvi le cose scritte sul libro: l'unico consiglio che posso darvi è di collaborare con i genitori per il bene del bambino in questione e di cercare di farlo in tutti modi poi se il genitore porta via il bambino dal nido è una sua scelta voi avete fatto tutto il possibile, avete fatto il vostro lavoro ed è questo l'importante.
l'importante è anche rialzarsi dopo una sconfitta con un'armatura più grossa

martedì 1 dicembre 2009

che cosa devo fare con mio figlio?...


molte volte all'asilo e non solo possono capitarci genitori che ci portano questa domanda, cosa rispondere? niente.
dico questo perchè? perchè rispondendo, come fanno di solito molti insegnanti, con un consiglio preconfezionato,o una ricettina estrapolata da un manuale del perfetto genitore non faremo altro che creare dipendenza nei genitori che abbiamo davanti, invece noi educatori lavoriamo per la nostra estinzione, perchè la persona possa farsi da se, possa camminare con le proprie gambe... tutto ciò può essere fatto non rispondendo con una frasetta ad effetto, ma mettendomi nella stessa posizione del genitore che deve capire, e cercare di trovare la soluzione assieme...
dobbiamo soprattutto far capire al genitore le competenze che possiede e aiutarlo ad usarle in modo consapevole...
inoltre la richiesta che il genitore ci pone non deve essere bollata da noi esperti dell'educazione come delega, per cui il genitore viene da me perchè non è capace di fare il proprio dovere allora meglio che lo rimetta in riga, ma dev'essere presa come un gesto di comprensione del genitore, che capisce che fare il genitore, ed educare non è un lavoro per una sola persona ma occorre una collaborazione, è una richiesta di aiuto consapevole, non è un adagiamento del genitore...

venerdì 20 novembre 2009

come dovrebbe essere...


in tutti i libri che ho avuto modo di studiare per l'esame di pedagogia della famiglia ho potuto constatare e rendermi conto che il lavoro al nido non è cosa da tutti, quando io pensavo che appena finito il liceo avrei potuto benissimo lavorarci senza alcuna difficoltà.
ma sostenendo il corso della professoressa Zanon mi sono resa conto che sarei andata solo per creare problemi, ho appreso degli accorgimenti molto basilari che io a essere sincera non avrei pensato servissero.
ho potuto anche rendermi conto che l'educatore non è un lavoro qualsiasi come tutti gli altri e più semplice di qualunque altro lavoro come molti mi avevano detto...
è una professione molto difficile, e dispendiosa perchè in questo lavoro non investi solo le tue energie fisiche ma anche psicologiche, ma soprattutto emotive perchè in questo lavoro ci sei dentro completamente; non solo come professionista dell'educazione ma anche come come persona...
l'educazione è un lavoro molto delicato, da questa dipende la vita dell'individuo quindi dev'essere trattato con la massima cura e delicatezza,per questo occorrono professionisti non solo preparati dal punto di vista tecnico ma anche dal lato interno, emozionale; l'educatore di nido deve possedere non solo basi tecniche ma anche dispositivi interni, che possono essere attivati solamente con un grosso lavoro verso se stesso; la sospensione del giudizio, la comprensione del genitore in qualsiasi situazione ci si pinga davanti, fare silenzio e ascoltare, considerare il genitore non come un estraneo che non può servirci in alcun modo per il nostro lavoro con i bambini, ma come una componente neccessaria; il genitore è il maggior esperto del proprio figlio, dopo il pediatra, lo psicologo e la dottoressa e con loro che dobbiamo collaborare prima di tutto per la crescita del bambino, dobbiamo renderceli amici non nemici inchiodandoli nelle loro responsabilità e dicendogli come un libro prestampato per il bravo genitore quello che deve fare, noi dobbiamo raggiungere il genitore non cambiarlo e instaurare una relazione di fiducia che non è immediata e non è nemmeno detto che funzioni perchè siamo persone le cose non possono sempre andare come c'è scritto sui libri. Io tutto questo non lo sapevo e ho anche notato che difronte a delle situazioni genitoriali che la prof ci presentava io facevo una fatica enorme a non avere pregiudizi e a mettermi in un ottica di benevolenza e positiva, per questo io ritengo che bisogna lavorare molto su se stessi perchè i pregiudizi non ci chiudano in un'illusione soli con la nostra visione che non ci fa vedere ciò che c'è di buono in quel genitore e in quel bambino, in modo che poi noi ci mettiamo in una posizione istruttiva e non lasciamo spazio al racconto del genitore che è la cosa da cui noi dobbiamo partire per aiutare il bambino.. così dovrebbe essere il lavoro di un educatore che naturalmente non è immediato ma il frutto di un lavoro una riflessione lunga su se stessi ma io ho sempre visto purtroppo educatori fare i professori davanti ai genitori senza tener conto della situazione del genitore... per questo mi sono molto instranita quando sentivo queste parole.